Molteplici sono le sfumature dell’animo, fissarle nella scrittura è la sfida di ogni narrazione, che ha a oggetto la mutevolezza e l’intangibilità della sfera più intima dell’io.

Grafie dell’anima è lo spazio e il luogo riservato alla discussione sull’identità, sull’eterna oscillazione tra ciò che si mostra e ciò che si è, tra il rimosso e il ricostruito, tra i segni visibili e i simboli che conducono alla lettura della psiche umana.

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A quanto possiamo discernere, l’unico scopo dell’esistenza umana è di accendere una luce nell’oscurità del mero essere

Carl Gustav Jung

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Jung, l’Archetipo e la Civiltà: breve storia di una necessità collettiva. Parte prima.

di Eros Lancianese
L’archetipo e la dimensione della scoperta Le scoperte scientifiche sono eventi importantissimi agli occhi di un ricercatore: ti meravigliano, permettendoti di osservare la natura che svela le sue caratteristiche, mostrandosi nella sua nuova, inedita bellezza, ma allo ...

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