Manifesto
La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l’uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi.
Karl Marx
Critica alla filosofia hegeliana del diritto pubblico
La nostra è una filosofia che, partendo dal non ancora, dal non visibile e non programmabile, si staglia come una luminosa possibilità di esistenza. I fiori che Karl Marx aveva reso vivi, forse troppo virtualmente, vengono fatti oggetto di una nuova utopia, non illusoria.
Il disincanto verso le comunità codificate, verso i sistemi che catalogano e costringono l’uomo dentro definizioni paradossalmente chiuse, non deve essere fonte di prospettive nichilistiche. Siamo per una visione ulteriore, per l’oltre passamento, per lo strabordare di ogni limite imposto. Solo lì, al confine tra il detto e l’immaginato, esiste l’esistente, esiste il presente.
L’arte, la filosofia, le parole, ma prima ancora l’animo umano, divengono armi per una nuova rivoluzione. La resilienza dell’etica, che tutte le forme sopra menzionate mostrano, faranno scudo contro l’insensibilità, l’imbarbarimento e la violenza di posizioni forti. Combattiamo contro l’abbrutimento della quotidianità, contro i modelli imposti, contro le violenze di politiche cieche ed elitarie. Siamo fiori, senza alcun dominio, ma pieni di potere, che possono spezzare le catene e mostrare la meraviglia che il mondo e l’umanità ancora trattengono.
Gilda Diotallevi
Il nostro progetto editoriale si propone di promuovere la circolazione delle idee, mediante l’incontro tra saperi e il confronto con differenti comunità di studio e ricerca. «Tutti gli uomini per natura tendono al sapere». Con queste parole Aristotele apre la Metafisica, svelando il nucleo costitutivo dell’esistenza umana: il cammino verso la sapienza. È noto che per le sue proprietà di non-rivalità e non-esclusione la conoscenza è stata definita ‘bene comune’ e ‘bene pubblico globale’; tuttavia i costi che, nella società digitalizzata, devono essere sostenuti per la sua produzione e il suo trasferimento, nonché i diritti sulla proprietà intellettuale, fanno emergere fattori che ne limitano la globalità.
La rivista Fiori vivi pone al centro la natura ideale, ma non astratta, del sapere che oltrepassa confini e varca soglie. Essere ‘fiori vivi’ significa sfidare la finitezza dell’esistenza, scegliendo la rotta da tracciare e informando la vita secondo decisioni ‘proprie’. L’autenticità è il mezzo e il fine da raggiungere. In tale ottica il perseguimento della conoscenza corrisponde ad una delle possibilità attraverso le quali intendiamo tracciare i nostri percorsi.
Favorita Barra
Guardare al mondo e alla sua complessità da prospettive diverse è la sfida cui siamo chiamati dalla modernità: se vogliamo restare ‘fiori vivi’ dobbiamo recuperare quella capacità critica che, lontana da ogni deriva nichilistica, ci consenta di comprendere la realtà e di coglierne a pieno tutte le sfumature. Si sente da più parti l’urgenza di una critica che non serva solo a giudicare per demolire l’esistente, ma che ci aiuti a decostruire per comprendere ed eventualmente per ricostruire su basi nuove.
Dobbiamo tornare a meravigliarci, come all’inizio dell’avventura della speculazione filosofica occidentale, e soprattutto dobbiamo riprendere quella ricerca incessante della verità iniziata tanti secoli fa, senza la pretesa di trovare risposte certe e definitive, nella piena consapevolezza della necessità di tracciare un cammino che vive del suo stesso procedere e di nient’altro. Una verità continuamente da cercare nella sua nuda essenza, non sempre facile da trovare, perché ogni velo da eliminare per giungere all’aleteia è pronto a ricoprirla e a nasconderla, di nuovo, subito dopo.
Maria Grazia Carnevale
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