L’ incontro
di Saverio Bafaro
Cosa accade quando un giovane (all’epoca) poeta incontra un grande illustratore, un uomo navigato, ricco di cultura ed esperienze? Il ragazzo ha da poco una pubblicazione dedicata a sua madre: versi brevi, precisi, dagli echi filosofici che sorprendono l’uomo dall’altro capo della comunicazione. L’adulto, pian piano svela, per quanto al contagocce e tenendo sempre un’aura di mistero, un po’ della sua storia: dopo una lunga permanenza nello Sri Lanka, decide di tornare a vivere in Italia, scegliendo una residenza appartata nella campagna biellese, nella periferia di un mondo centripeto quale fu Torino delle Arti e delle frequentazioni. Non più illuminanti acquerelli di paesaggi impensabili, non più il fastidio di turisti che arrivano a depredare spazi vergini, non più party e danze mondane sulla spiaggia. Non più protagonista ma spettatore, sempre tuttavia dotato di occhio e olfatto sopraffini verso il Gusto e la Gentilezza, prima che verso il Bello.
Successe un certo decadimento, senza preavviso, un’interruzione di sogno, forse una delusione crescente, forse un dolore imprecisato nel cuore, a cui non si riesce a dare un nome. La Bellezza rimette i remi in barca, piangendo ricorda i bambini persi per sempre e torna indietro, con qualche ferita e amarezza sul suo bel corpo. Cresce, così il realismo dei giorni – pur sempre produttivi e in comunicazione con la Musa – e della tastiera ticchettante di un PC, nella speranza di cercare e trovare una connessione con un essere fraterno, simile in quella fibra invisibile (e telepatica e sincronica) che è l’Anima.
È da lì, e ancora oggi, che il giovane autore (intanto diventato anche uno psicologo e psicoterapeuta) impara dall’anziano saggio la parabola discendente e gli specchi distorcenti di quello che gli uomini chiamano successo, venendo messo in guardia dalle sue trappole, richiami e illusioni, provando a fondare l’arduo pensiero e l’ardua pratica dell’anti-narcisismo. È da lì che si è creato un sodalizio inscindibile tra i due, un sentimento che trascende le stesse categorie di affetto, risucchiato spontaneamente dentro un campo gravitazionale altro, totalmente gratuito, provando la stima più disinteressata, forte della presenza dell’uno nell’altro, a dimostrare l’esistenza della vera amicizia.
La breve intervista che segue ne vuole essere testimonianza.
L’intervista a Piero Crida e Saverio Bafaro
di Antonietta Gnerre
A quando risale la vostra conoscenza?
P. C «Ci si conosceva prima ancora di incontrarci.»
S. B «Quanto ha ragione Piero nel dire così! Quando si prova affetto e stima per una persona è come averla sempre avuta nella propria vita. Il primo aggancio del ‘caso-non-caso’ è stato – ormai diversi anni fa – Internet che ci ha catturato letteralmente disquisendo di poesia. Lui acquistò Poesie alla madre, si complimentò con me e ci addentrammo nella conoscenza reciproca attraverso un lungo e lento scambio di posta elettronica: erano i primissimi periodi di questo strumento, e ricevere regolarmente delle e-mail suscitava gioia e aspettativa. Io, intanto approfondii meglio chi fosse il misterioso e colto interlocutore; visitai, dopo aver scoperto il suo nome intero, il suo sito https://www.pierocrida.net/. Fu lì che mi si rivelò l’importanza del grande artista, appartato, schivo, realista; un modello per me di anti-narcisismo, brillante, sagace e ironico.»
Quando e come avete deciso di collaborare?
P. C «Non siamo stati noi a decidere: è stata la collaborazione.»
S. B «A distanza di qualche anno di conoscenza, lungo i quali ci siamo incontrati più volte di persona, in maniera molto spontanea e con una calma sedimentazione durata un paio di anni (dal 2012 al 2014) Piero ha accettato di produrre, sullo stimolo della lettura dei miei versi ‘terrifici’, una serie di tavole illustrative per Poesie del terrore. Ricordo bene il dono di vedere la copertina e poi i lavori interni, una serie di acquerelli composti con minuziosa precisione d’arte. Ma se da un lato viene fuori l’abilità dell’artista, dall’altra pare che Piero Crida abbia anche illustrato con la mano sinistra, bendato, al fine di destare i suoi stessi fantasmi e invocarne una traccia di tipo diverso.»


Che legame intravedete tra parola e immagine?
P. C «Il legame fra due specchi che si riflettono.»
S. B «Se parliamo in generale la parola è veicolo di immagine, una sua ancella; se parliamo in riferimento a un’operazione di illustrazione, all’interno di un libro, è una comunicazione oltre i confini culturali o di alfabetizzazione, oltre ogni codice restrittivo. I Sogni, e la loro natura di materiale psichico primigenio e universale per l’umanità, sono una trama sofisticata e articolata, infatti, per ogni uomo e donna.
Durante una delle presentazioni del mio libro sul terrore, Piero mi colpì molto dicendo che le immagini nel volumetto rappresentavano un contrappunto ai testi, utilizzò, dunque, una metafora musicale. Io aggiungerei, come abbiano spesso sottolineato, che le sue immagini siano in grado di rinforzare gli echi ossessivi od ossessionanti di quei testi, a tal punto da avermi anche influenzato in alcune mie scelte: una doppia illustrazione per uno stesso testo, ad esempio, mi suggerì l’idea di aprire circolarmente e ricorsivamente con gli stessi identici versi.
Un più ampio spazio di prospettiva per la libertà di immaginazione del lettore, è invece offerto, ad esempio, in molti altri lavori di Crida, tra i quali spicca la ben nota e storica copertina de Il Signore degli Anelli disegnata per le edizioni Rusconi.»


Quali sono i vostri nuovi progetti insieme?
P. C «Fino a che non si realizzano, non è possibile sapere quali saranno.»
S. B «Il secondo semestrale di poesia Metaphorica (Edizioni Efesto), che ospita un’antologia assoluta dei più bei acquerelli del nostro Piero, si trova ormai in libreria. Il volume, oltre a contenere testi poetici e di critica, ha la funzione supplementare di fare da catalogo d’arte, di monografia di un meritevole artista contemporaneo, in vista anche del binomio presentazione-mostra. Si parlerà dei primi tre volumi di Metaphorica venerdì 13 ottobre 2023, ore 17-19 presso il ‘Drugstore Museum – Necropoli Portuense’ di via Portuense, 317, nell’ambito del progetto ‘Poesia, lingua viva’ della Soprintendenza Speciale di Roma. (L’evento avrà per titolo Riviste e blog di poesia: una costellazione di sinapsi poetiche, introdurrà il direttore del ‘Drugstore Museum’, il dott. Alessio De Cristofaro, e coordinerà Tiziana Colusso, direttrice di ‘Formafluens – International Literary Magazine’).»
Cosa pensate l’uno dell’altro?
P. C «Un’antica massima araba recita: Nulla di significativo può accadere se non si verificano contemporaneamente tre condizioni essenziali: il luogo giusto, il momento giusto, le persone giuste. Sono stato privilegiato da questo triplice accadimento. Saverio, quindi, per me è significativo. È una lama d’acciaio temperato, cosparsa di miele di zagara.»
S. B «Un artista eclettico e talentuoso, ma soprattutto un amico straordinario, vero, il mio stesso spirito incarnato in un uomo che ha il doppio della mia età, uno scrigno di racconti, esperienze e consigli ascoltati. Che Dio continui a farmelo sentire vicino, così come sono vicine le sue risposte e le mie in questa intervista di cui ringrazio commosso l’intervistatrice e lui.»
FIORI VIVI RINGRAZIA

Piero Crida: (Torino nel 1944) compie i suoi studi all’Accademia Albertina. Insegna Storia dell’arte e dell’estetica al Museo d’arte moderna di Torino e alla Fondazione di Studi europei. Disegna scenografie e costumi per un ciclo di commedie elisabettiane per la regia di Edmo Fenoglio. Crea per le edizioni Aprile una collana di libri-oggetto per bambini. Per le Edizioni Paoline vince il primo premio alla fiera del libro di Bologna come migliore illustratore. Collabora con i maggiori editori italiani, curando grafica e illustrazioni delle copertine dei volumi delle Edizioni Rusconi (tra cui quella celebre de Il Signore degli Anelli) e Franco Maria Ricci (Carnet d’adresses, immagini pubblicitarie per la Shic e per FMR). Disegna il poster di Mina per l’album MinacantaLucio. Pubblica per la Fonit Cetra un suo disco di composizioni musicali. Disegna collezioni di tessuti per Missoni, Etro, Benetton, Loro Piana. Per la gioielleria Sicar di Ginevra realizza una collezione di gioielli per la Casa Reale Saudita. Per Pomellato disegna la collezione di oggettistica. Collezioni di piastrelle in ceramica per L’Opificio Umbro e per Gabbianelli. Affresca la volta del Palazzo Juvarra a Torino, l’abside della chiesa di San Giuseppe a Pratrivero e le immagini simboliche nell’Eremo di Maria della Famiglia Zegna, all’Alpe Montuccia. Disegna l’albero genealogico della famiglia Gianadda di Martigny. Per il Lanificio Piacenza cura e disegna cataloghi e House Organ. Sue illustrazioni appaiono regolarmente su «Vogue», «CasaVogue», «Harper’s Bazaar», «Vanity». I suoi manoscritti decorati sono conservati all’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, in Russia. Recentemente realizza una serie di disegni e libri-oggetto in cui ritrae dimore storiche e boutique Hotel, sia in Europa che in Asia, con i ritratti dei rispettivi proprietari. Sue opere sono in collezioni private in Europa e Stati Uniti, dove è stato rappresentato da Sotheby’s. In questi ultimi anni ha tenuto lezioni all’Università Cattolica di Milano per un Master sulla Grafica Editoriale. Al suo lavoro di acquerellista Arturo Schwarz dedica un capitolo del suo volume L’immaginazione alchemica, definendolo «uno degli ultimi rappresentanti dell’Arte sacra in Occidente».

Saverio Bafaro psicologo, psicoterapeuta, poeta e critico letterario. Presso l’università «Sapienza» diventa dottore in Psicologia dello Sviluppo, dell’Educazione e del Benessere; si specializza, poi, in psicoterapia Gestalt-analitica individuale e di gruppo. Ha pubblicato: Poesie alla madre (Rubbettino, 2007); Eros corale (www.larecherche.it, 2011); Poesie del terrore (La Vita Felice, 2014). Sue opere sono apparse, inoltre, all’interno di antologie come Quadernario. Calabria (LietoColle, 2017), di riviste letterarie e blog di poesia. Già redattore della rivista «Capoverso», per cui ha curato il numero monografico Omaggio a Pavese (Orizzonti Meridionali, 2019), dal 2022 fonda e dirige il semestrale di poesia «Metaphorica» (Edizioni Efesto). Di recente ha curato la silloge postuma di Carlo Cipparrone Crocevia del futuro (L’arcolaio, 2021) e la traduzione di Stickeen. Storia di un cane di John Muir (La Vita Felice, 2021).
Antonietta Gnerre per la sua intervista.
Edizioni Efesto https://www.edizioniefesto.it/, in particolare Alfredo Catalfo, per l’iniziativa di Metaphorica (Semestrale di Poesia).